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![]() Noi Terranuova vorremmo abbracciare il mondo, ma abbiamo le braccia troppo corte.
dal film Baarìa (2009)
Francesco Scianna è Peppino
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Francesco Scianna comincia a lavorare come attore partendo dal teatro. Il suo debutto sulle scene arriva nel 1997, con il recital di poesie di Salvatore Quasimodo "C.E.I.", seguito da "I patriarchi". Successivamente recita ne: "Le delizie della corte"; "Spettacolo su Padre Puglisi"; "Ibam Forte Via Sacra"; "Il progresso è una fortuna dalla quale dipendiamo"; "Morte a Palermo viva; "I fisici"; "Viaggio nella storia di Pinocchio"; "Frammenti d'amore"; "Scenari del Novecento"; "A solo"; "La signora delle camelie" accanto a Monica Guerritore e diretto da Giancarlo Sepe; "Scanna"; "Un re in ascolto", "Lo specchio del Diavolo" e "Troilo e Cressida" diretto da Luca Ronconi (con il quale studierà recitazione); e "Il gabbiano".
Formazione
Nel frattempo, si diploma presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, ma frequenta anche altri numerosi stage come quello al Lee Strasberg Theatre Institute di New York e quelli di Emma Dante e Micheal Margotta.
Il debutto al Cinema
Il debutto cinematografico è invece segnato da Il più bel giorno della mia vita (2002) di Cristina Comencini con Virna Lisi, Margherita Buy, Sandra Ceccarelli, Luigi Lo Cascio, mentre si fanno sempre più numerose le sue apparizioni televisive in fiction come: R.I.S. Delitti imperfetti (2003); Il grande Torino (2004); La luna e il lago (2005), Un caso di coscienza 3 (2006), Ho sposato uno sbirro (2007) e Il capo dei capi (2007) di Alexis Cahill ed Enzo Monteleone.
Sotto la direzione di Tornatore e Placido
Ma è dopo L'odore del sangue (2004) che arriva la grande occasione di Francesco Scianna, cioè quando Giuseppe Tornatore lo sceglie per recitare in Baarìa (2009) con Nicole Grimaudo, Angela Molina e Lina Sastri, all'interno del quale interpreta il ruolo del protagonista, il "comunista" Peppino. L'anno successivo è diretto da un altro grande regista del cinema italiano, Michele Placido, in Vallanzasca - Gli angeli del male, film biografico che racconta le gesta del criminale che negli anni Settanta imperversò a Milano compiendo i delitti più efferati. Il 2011 lo vedrà impegnato in Ti amo troppo per dirtelo, commedia brillante di Marco Ponti incentrata sul tema del tradimento, e nel drammatico L'industriale di Giuliano Montaldo, con Carolina Crescentini e Pierfrancesco Favino. L'anno successivo è protagonista di Itaker - Vietato agli Italiani, film di Toni Trupia sull'immigrazione italiana in Germania negli anni '60, per cui è nominato ai Nastri d'Argento come miglior attore. Inoltre partecipa al film di Marco Simon Puccioni Come il vento. Tra il 2014 e il 2015 è attivissimo e lavora per Ferzan Ozpetek in Allacciate le cinture, per Cristina Comencini in Latin lover e per Gianluca Maria Tavarelli in Una storia sbagliata. Sarà poi protagonista della storia dell'ascesa e della caduta di un clan criminale napoletano ne I milionari di Alessandro Piva.
Dopo il passaggio in laguna all'ultimo Festival del cinema di Venezia, arriva nelle sale italiane Vallanzasca - Gli angeli del male, vita, azione ed espiazione del “bel Renè” ovvero Renato Vallanzasca, criminale milanese degli anni '70, autore di numerose rapine e omicidi che sconta con 260 anni di carcere. A ritrarlo al cinema ci ha pensato l'ex commissario Cattani, Michele Placido che ha presentato oggi a Roma il film insieme al resto del cast: Kim Rossi Stuart che interpreta Vallanzasca, e poi Valeria Solarino, Francesco Scianna, Filippo Timi e, a sorpresa, c'era anche Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro, autori della colonna sonora.
Come da copione, ogni film che coinvolge stragi e delitti delle Storia italiana porta con sé polemiche, l'ultima quella dell'onorevole della Lega Nord Cavallotto: “Placido è un cattivo maestro. Boicottate il film!” ha esclamato ieri l'esponente del “carroccio”. Polemiche politiche che non passano chiaramente inosservate: “Strano scandalizzarsi per Vallanzasca che sta pagando con l'ergastolo, e poi non parlare di comportamenti dei politici in questi giorni. Il cinema ha bisogno di lavorare sui lati oscuri dell'uomo, questi moralisti invece usano la morale per tornaconto politico” risponde Placido e continua: “Orribile l'invito a boicottare un film. Roba da Hitler, Mussolini o DC di un certo tipo. Comunque, il popolo della Lega è saggio: l'unico film che ha boicottato è stato 'Barbarossa', quello su Alberto da Giussano. Costato dodici milioni di euro dalle casse degli italiani, ne ha incassati solo trecentomila”.
Fare un film su un argomento non significa giustificarlo
Kim Rossi Stuart è seccato: “Tutto molto noioso. Vallanzasca ha dichiarato di voler esser un fuorilegge e paga per questo. Non ha giustificazioni e i parenti delle vittime hanno il diritto di vigilare e non perdonare chi gli ha condizionato la vita. Però mi sembra strano, per esempio, che c'è gente che si indigna per questo e non per le speculazioni edilizie che creano morte. Che ipocrisia. Poi stiamo parlando sempre e solo di un film, dove ho pensato a far emergere il lato oscuro di un uomo, di intuire la sua follia da far west. Si farebbero ridere i polli se si facesse apologia”.
Valeria Solarino, interprete della prima moglie del bel 'Renè' ritiene le polemiche spiacevoli: “Il film non assolve Vallanzasca e poi gli attori non devono giudicare i loro personaggi, se no si perde l'equilibro necessario per interpretarli”. Sintetico ma esauriente Filippo Timi: “Fare un film su un argomento non significa giustificarlo. Ho interpretato Mussolini (in Vincere ndr.) ma mica l'ho giustificato! Comunque Kim è un titano della recitazione, lo dico io che sono molto snob, mi piacciono pochissimi attori”.
A scuola di milanese
L'attenzione poi passa sul film dove l'attore romano è mattatore assoluto e ha imparato il milanese, grazie a un coach e alle audiocassette ascoltate nel dormiveglia: “Ho incontrato Vallanzasca molte volte, oggi è un altro uomo, lo sforzo è stato immaginarlo trent'anni fa, l'ho fatto con approccio laico e dove non arrivava la ricostruzione c'è me stesso. Volevo un personaggio iperbolico e la coabitazione dei contrasti che è la ragione del mio recitare”. L'ex Freddo di Romanzo Criminale fa un accenno anche alla sua precedente prova da cattivo, cinematografico s'intende: “Freddo viene da un libro di fantasia e in un contesto che conoscevo bene perché è la mia città, è nato autonomamente. Vallanzasca è stato molto più rischioso”.
I limiti alla recitazione
Iperbolica è anche la prestazione di Filippo Timi, “il fratellino” del Renè, Enzo, nel film: “Placido mette tanti limiti prima di recitare e poi da questa gabbia fa uscire la tigre che c'è in te e ti fa lanciare senza freni. Stavo quasi per perdere un occhio”. Concorda Francesco Scianna: “Michele è molto passionale, spero di incontrarlo di nuovo, il suo talento è farsi guidare dalla 'pancia'”. Una passionalità che però non è indulgente come spiega lo stesso autore della pellicola: “Vallanzasca ha detto sui giornali che l'ho fatto apparire più cattivo, io ho riportato le sue parole nei dialoghi. La mia immagine di Renato Vallanzasca è quella che avete visto e vedrete. Non faccio sconti a un uomo che è arrivato alla follia ma che ha avuto anche il suo cammino di espiazione. Come il Vangelo anche l'uomo dovrebbe dare la possibilità ai suoi simili di redimersi”.
Finanziamenti all'estero
La pellicola è coprodotta dalla 20th Century Fox ma è stata rifiutata dalla Rai. “Il Servizio Pubblico mi ha detto che non era un film da 01 (distributore Rai ndr.) ma poi ha finanziato 'Barbarossa', su spinta politica” spiega il regista di Vallanzasca che allarga il discorso su tutto il cinema italiano: “Ci stanno mettendo il bavaglio. Bellocchio non potrà fare il film sul malessere dei politici italiani perché nessuno lo finanzia. Gravissimo. Gianni Amelio ha trovato fondi in Francia per i suoi progetti. Il mio futuro lungometraggio su 'mani pulite', non si può fare ora in Italia. Lo produrrò in Francia e penso possa essere una strategia comune far partire i nostri film all'estero, la comunità europea finanzia il cinema, non taglia i fondi al FUS come fa l'Italia”.
Suoni e moralità
Finale in musica con Giuliano Sangiorgi: “Non abbiamo usato musiche d'epoca ma suoni contemporanei, quelli che ci trasmettevano le loro facce, perché quelle azioni mostruose non sono solo degli anni Settanta ma sono ancora attuali. Il film non è apologia ma dimostra come ci si autodistrugge con l'edonismo e l'egoismo”. La migliore risposta alle polemiche anche per Placido: “Riprendendo le parole di un sacerdote che ha visto il film a Venezia” spiega il cineasta pugliese dico che questo film è morale, che farà bene ai ragazzi vedere come l'autodistruzione porta alla fine della personalità e della vita. Più morale di così, cosa può esserci?”.
Visto che il “romanzo popolare” sul '68 e gli scontri di Valle Giulia non si è rivelato proprio Il grande sogno cinematografico sperato, Michele Placido ritorna al “romanzo criminale” e ai suoi elementi naturali: il ferro e il fuoco, le bande criminali e gli scontri con le forze dell'ordine nel contesto degli anni Settanta. Non più i traffici di droga e la connivenza politica della Banda della Magliana ma le rapine, i sequestri e i processi della banda di Renato Vallanzasca. Giovane bandito per vocazione, Vallanzasca terrorizzò la Milano da bere per diversi anni fra violente rapine e tentativi di fuga da San Vittore, vestiti costosi da ostentare e belle donne da corteggiare.
Con Vallanzasca – Gli angeli del male, se l'idea di “romanzo” resta sostanzialmente la stessa, quel che cambia sono i criminali e il loro operare: Kim Rossi Stuart stavolta penetra in prima persona all'interno della mente criminale che è chiamato a interpretare, attraverso una sceneggiatura da lui stesso rielaborata sulla base degli incontri avuti in prima persona con il vero Vallanzasca, e trova ad affiancarlo grandi attori italiani e internazionali come Filippo Timi, Francesco Scianna, Paz Vega e Moritz Bleibtreu.
Nel lungo trailer che la Fox ha mostrato in anteprima al pubblico e ai giornalisti del Gran Teatro di Lipari, immagini di sangue e lunghi coltelli si alternano freneticamente a rimandi al più noto film di Placido, così come all'attuale ondata criminale che sta investendo il cinema europeo (se in Italia spopola la versione televisiva del film di Placido, in Francia uno dei film più visti è stato il dittico su Jacques Mesrine con Vincent Cassel). Fortemente voluto dall'attrice e produttrice Elide Melli, il film su Vallanzasca sarà uno dei titoli più anti-natalizi delle prossime feste invernali (e, prima, probabilmente anche della Mostra veneziana), grazie soprattutto al grande impegno di Kim Rossi Stuart e allo sforzo congiunto della Fox Italia e dei capitali francesi.
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