Titolo originale | Unforgiven |
Anno | 1992 |
Genere | Western |
Produzione | USA |
Durata | 122 minuti |
Regia di | Clint Eastwood |
Attori | Morgan Freeman, Gene Hackman, Richard Harris, Clint Eastwood, Frances Fisher, Saul Rubinek Jaimz Woolvett, Anna Levine, David Mucci, Rob Campbell, Anthony James, Tara Frederick, Beverley Elliott, Liisa Repo-Martell, Josie Smith, Lochlyn Munro. |
Tag | Da vedere 1992 |
MYmonetro | 3,10 su 100 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Due cowboy sfregiano una prostituta. Le sue colleghe mettono insieme mille dollari di taglia per vendicarla. Così si mettono in azione i pistoleri per guadagnarsi la somma. Il film ha ottenuto 9 candidature e vinto 4 Premi Oscar, 4 candidature e vinto 2 Golden Globes, Al Box Office Usa Gli spietati ha incassato 101 milioni di dollari .
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Due cowboy sfregiano una prostituta. Le sue colleghe mettono insieme mille dollari di taglia per vendicarla. Così si mettono in azione i pistoleri per guadagnarsi la somma. I personaggi sono Clint Eastwood, ex killer che adesso fa il contadino, vedovo con due bambini; Richard Harris, un ammazzasette inglese tutto fumo e niente arrosto; Morgan Freeman, amico di Eastwood dai tempi d'oro delle rapine. E c'è lo sceriffo Gene Hackman, che ha una sua personalissima idea della giustizia: tratta bene i cattivi e male i "buoni". Tutta gente sui sessant'anni. C'è anche un giovane killer scattante, ma non ci vede a più di cinquanta metri. I due cowboy vengono scovati e uccisi. Alla fine Clint fa strage di sceriffo e suoi vice, per vendicare il suo amico massacrato a botte.
Il film ha avuto grandi riconoscimenti, anche da una certa critica che aveva sempre visto il western in tralice. Qualcuno ha scritto che qui "si racconta il West (era ora) come fu". " È la rinascita del western", si è detto. In realtà è la sua ennesima fine. Noi partiamo da un postulato: il West non è il western. Che l'America sia stata fatta da tutti i rifiuti del mondo può anche essere una tesi e un film può riprodurre questa realtà. Ma Eastwood qui non si mantiene in quelle righe, ci va sotto. Lo vediamo dibattersi nello sterco di maiale all'inizio, mancare un barattolo con la pistola pur sparando una decina di colpi. Vediamo che si è talmente imbolsito da non riuscire a montare a cavallo. E quando spara col fucile a uno dei due ricercati, gli ci vogliono tre colpi anche se il bersaglio è immobile.
E durante il film veniamo a sapere che ha ucciso donne e bambini, "... ma ero ubriaco". E mentre scorre la storia si attende inutilmente che sotto la cenere rimestata, alla fine brilli un debole, ultimo fuoco di eroismo. Ma no. Se questo è il ritorno in grande stile del "genere", ebbene in questa sede non viene avallato. Naturalmente non c'è indignazione, c'è malinconia. E poi quella di Eastwood non è proprio una novità.
Iniziative contro il mito (e contro il western) il cinema le promuove da decenni. Ricordiamo I compari di Altman e La sparatoria di Hellman, pellicole di iperrealismo maligno. Ma ricordiamo anche le storie di John Ford che erano magnifico cinema western e pessimo West. Quel cinema ci preme, molto. A noi spiace che il West debba trionfare a scapito del western. Messe di Oscar immeritati.
Gli spietati è forse il film di Eastwood che ha goduto del maggior successo di critica: un progetto a lungo accarezzato dal regista che voleva aspettare, dopo aver comprato i diritti sulla sceneggiatura, di essere abbastanza invecchiato, di avere "la faccia giusta". La sua pazienza verrà premiata da due globi d'oro (regia e attore non protagonista, Hackman) e da quattro Oscar: miglior film, regia, attore non protagonista (ancora Hackman) e montatore (Cox). Il film è stato, inoltre, uno dei campioni d'incassi della stagione, un fatto che non accadeva da anni a un western. Gli spietati è stato considerato un film revisionista, un'opera che aggredisce alle fondamenta la visione mitica dell'epopea western. A una prima analisi questo è sicuramente vero, a partire dal protagonista, il pistolero William Munny, che è quanto di più lontano si possa immaginare dall'eroe senza macchia e senza paura. Cos'è che un eroe non deve mai fare? Sparare a uomini disarmati, colpire a tradimento, uccidere donne e bambini. Munny ha fatto tutto questo. Solitamente stordito dall'alcol, in tempi lontani ma non solo: a Big Whiskey uccide il padrone del saloon-bordello che aveva messo il cadavere di Logan davanti al locale. "Hai ucciso un uomo disarmato", protestano, ma Munny replica senza ombra di rimorso: "doveva armarsi, se voleva decorare il suo saloon con il sangue del mio amico". Sarebbe quasi più eroico l'avversario di Munny, lo sceriffo Daggett, che in fondo è simpatico, coraggioso, non picchia le donne e poi è lo sceriffo, non un delinquente qualsiasi. Ma Daggett è anche capace di uccidere a frustate Logan ed è lui a scatenare le violenze successive, riducendo lo sfregio della giovane Delilah a un problema di risarcimento nei confronti del tenutario del bordello, danneggiato in uno dei suoi "investimenti".
Gli spietati non è certo il primo film che strappa la maschera dell'eroismo all'epopea western e rigetta quei tempi e quelle storie nel fango prosaico della realtà. Ma non si limita a cercare la demistificazione. William Munny, che abbiamo visto in una delle prime scene del film mentre cerca di riportare alla ragione un piccolo branco di maiali e finisce coperto di fango ed escrementi, che fa fatica a salire sul suo vecchio ronzino, questo vecchio assassino che ha lasciato la pistola per diventare un contadino miserabile, nel corso del film precipita nel ridicolo ma solo per rialzarsi, buttare giù qualche whisky e affrontare un ultimo scontro decisamente grandioso. Sotto una pioggia dal sapore biblico Munny si trasforma in un demone vendicatore capace di affrontare, da solo, lo sceriffo con tutti gli aiutanti. Con Gli spietati Eastwood riesce a dar vita a un'epica demistificata eppure maestosa, fatta di violenza brutale e inutile ma non priva di fascino. Sarà lo stesso Munny, per uscire dal saloon dove ha compiuto la strage, a dare fiato alle trombe della propria epopea minacciando gli abitanti del paese di uccidere loro, le loro mogli e i loro amici se qualcuno dovesse provare a sparargli contro. Via dunque ogni contenuto moraleggiante, le divisioni fra buoni e cattivi, l'ottimistica fiducia nel fatto che gli eroi sappiano sparare più veloce e più dritto dei malvagi. Due battute dal finale del film sono significative delle intenzioni del regista: "Non me lo merito di morire in questo modo", si lamenta Daggett prima che Munny lo finisca. "I meriti non c'entrano in questa storia", replica Munny. E gli spara.
Un gruppo di prostitute promette mille dollari a chi troverà (o ucciderà) i due uomini che hanno aggredito una di loro, sfregiandola. Parte all'inseguimento un ex bandito e assassino che ha rinnegato il passato e da dieci anni vive in una fattoria con i due figli piccoli. Lo seguono un amico nero e il giovane che ha fatto da intermediario. Ma lo sceriffo vuole fare a modo suo. 16° film di C. Eastwood regista e 38° come attore protagonista, è un cupo western autunnale, al tempo stesso classico e moderno, sul tema della violenza che è alla radice della società americana. Eastwood è come il vino buono, invecchiando migliora. Ha dedicato il film a Don Siegel e Sergio Leone, i due maestri che gli hanno passato l'amore per il cinema. 4 Oscar: miglior film, regia, attore non protagonista (Hackman) e montaggio (J. Cox). L'avrebbe meritato anche la sceneggiatura di D. Webb Peoples.
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Intervista telefonica a Clint Eastwood di Alberto Crespi (fonte l’unità). “Io sono felice della mia carriera di attore;al tempo stesso quando nel “70” ho cominciato a dirigere il mio primo film Brivido nella notte pensavo già allora che avrei potuto stare dietro alla macchina da presa ,anziché davanti a fare lo stupido… [...] Vai alla recensione »
Dice del suo lungometraggio Clint Eastwood più o meno:”stanco di miti poco credibili, questo lavoro mi ha riconciliato con una certa verità storica fatta di avventurieri poco eroi, spietati solo per paura o disperazione .” “Unforgiven “ , titolo in inglese , meglio conosciuto in Italia come “Gli spietati” è un capolavoro [...] Vai alla recensione »
Un gruppo di prostitute mette una taglia di mille dollari sulla testa di due cowboy che hanno aggredito una di loro, sfregiandola. Un ex criminale, William Munny (Clint Eastwood), abbandonata la vita di un tempo, è tuttavia costretto, per migliorare le proprie condizioni economiche e tirare sù i suoi due figlioli, ad accettare l’incarico. Lo accompagnano un suo vecchio amico e uno spavaldo giovane [...] Vai alla recensione »
Intervista telefonica a Clint Eastwood di Alberto Crespi (fonte l’unità). “Io sono felice della mia carriera di attore;al tempo stesso quando nel “70” ho cominciato a dirigere il mio primo film Brivido nella notte pensavo già allora che avrei potuto stare dietro alla macchina da presa ,anziché davanti a fare lo stupido&hel [...] Vai alla recensione »
"Unforgiven “ , titolo in inglese , meglio conosciuto in IIalia come “Gli spietati” è un capolavoro che ha” incassato” quattro premi Oscar, quello del miglior film , della miglior regia ,del migliore attore non protagonista e quello del miglior montaggio. Il film trae ispirazione da un soggetto degli anni “/0 “ [...] Vai alla recensione »
Clint Eastwood è proprio come il vino... più invecchia e più diventa buono! Dedicato ai grandi Sergio Leone e Donald Siegel, veri modelli per Eastwood, "Gli Spietati" si presenta come un western moderno realistico e cinico, dove i protagonisti diventano delle sorti di eroi leggendari non per volontà o per merito, ma per paura.
Quello di e con Clint Eastwood, icona del filone Spaghetti western degli anni Sessanta, è un film riuscito, riuscitissimo. Il cast è notevole - oltre a Eastwood figurano, in ruoli più o meno primari, Gene Hackman, Morgan Freeman e Richard Harris -. Regia intensa, ritmata ma non pasticciona; apprezzabile la fotografia, che regala toni e scenari di un mondo crepuscolare e perduto. Ve [...] Vai alla recensione »
Clint Eastwood in veste di regista,con GLI SPIETATI,ha inquadrato la figura del cowboy in un angolazione totalmente diversa da quella resa famosa alcuni decenni prima,da autori come John Ford e Howard Hawks:non più l'eroe della situazione che salva i compagni dai banditi o dagli indiani(i classici stereotipi)bensì il killer solitario(lo stesso Clint)dal fosco passato che,per intascare [...] Vai alla recensione »
Il gradito connubio tra contenuti e popolarizzazione caratterizza gran parte degli anni 90. Anche questa pellicola di genere non particolarmente indie, conferma in pieno; il raggiunto equilibrio tra viscerale e immediato che caratterizza molti (mass) media del periodo. Quando si parla di Eastwood, poi, ci si aspetta comunque un’opera compatta.
“Non aveva fatto niente per meritarsi di morire, niente che mi ricordassi quando mi passò la sbronza”; “Tutti ce la meritiamo, Kid.”; “I meriti non c’entrano in queste cose.”.Così parla Will Munny, l’eroe forse più immortale della filmografia di Clint Eastwood. Nello stesso film, nell’arco di pochi giorni, la sua opinione [...] Vai alla recensione »
"Gli Spietati", oltre ad essere uno dei punti più alti della carriera di Clint Eastwood, rappresenta anche un punto di svolta nel suo percorso artistico: se prima egli si limitava a produrre soprattutto film western e d'azione, con questa pellicola l'attore/regista ha fatto un incredibile salto di qualità ottenendo la consacrazione di autore; basti pensare a tutti i [...] Vai alla recensione »
Le prostitute di una cittadina del West fanno una colletta e assoldano un killer: dovrà vendicare una di loro, che è stata sfregiata da due uomini. Accetta l’incarico l’ex sicario William Munny (Eastwood), che da dieci anni fa il contadino. Si scontrerà con il dispotico sceriffo del villaggio (Hackman). Il western “definitivo” di Eastwood, il film che lo [...] Vai alla recensione »
GLI SPIETATI (USA, 1992) diretto da CLINT EASTWOOD. Interpretato da CLINT EASTWOOD – MORGAN FREEMAN – GENE HACKMAN – RICHARD HARRIS – JAIMZ WOOLVETT – SAUL RUBINEK – FRANCES FISHER – ANTHONY JAMES – ANNA THOMSON – DAVID MUCCI – ROB CAMPBELL – TARA DAWN FREDERICK § Un gruppo di prostitute promette mille dollari a chi troverà [...] Vai alla recensione »
Don e Clint Ritengo che il film di Clint Eastwood possa essere letto alla luce de Il Pistolero di Don Siegel al quale sembra essere strettamente legato Entrambi i film decretano la fine di un certo tipo di uomo, l’uomo del West - appunto, che senza paura e senza macchia utilizza la pistola per difendersi, vendicarsi, opporsi ai soprusi (John Waine) o che senza sapere [...] Vai alla recensione »
Ho visto questo western solo di recente ,pur conoscendolo già per fama, ed è stata una bellissima scoperta. Il migliore che abbia mai visto di questo genere, un discorso di chiusura sul western classico diretto A MERAVIGLIA dal maestro del genere, il buon Clint. Finalmente un western che sa di reale, dove la spettacolarizzazione/eroicizzazione della morte scompare a favore della [...] Vai alla recensione »
Questo"Unforgiven"(1992)di Clint Eastwood, che ne è anche protagonista, è un film straordinario, che sintetizza il western(ma un western che, tesaurizzando la lezione di Sergio Leone, dove il West è visto come dimensione ben diversa da quella eroica, sondata anche politicamnete(e qui Clint è notoriamente su altre posizioni), comunque nella sua decadenza(cfr.
D'accordo con la tesi di fondo della recensione"ufficiale", del West che non è il western (e viceversa)come dimostrato dalla storiografia più recente in merito. In disaccordo, invece, sul film che, extra la controversia(credo irrisolvibile, peggio di un nodo gordiano)propone, sulla scorta di Sergio Leone e Don Siegel, i maestri di Eastwood, i grandi interrogativi(amicizia, [...] Vai alla recensione »
Per vendicare lo sfregio di una compagna (Thomson), un gruppo di prostitute mette una taglia sui due responsabili. Tra i molti che si fanno avanti per l’incarico c’è William Munny (Eastwood), ex-killer ritiratosi a vita privata, bisognoso di denaro per mantenere i figlioletti. Insieme ad un giovanotto (Woolvett) e a un amico (Freeman), Munny parte per la spedizione punitiva. [...] Vai alla recensione »
Lo reputo un film di chiusura. un omaggio ai film western, da parte di chi ha dato tanto ai film western come attore e non solo. Da un punto di vista di trama, e di sceneggiatura e abbastanza scevra di azione ed intensità. Da dare atto l'interpretazione dei due cowboy ormai non più giovani che ormai hanno poco a che vedere con scazzotate.
Non è un western classico è un noir ambientato nel west. Il racconto è dalla parte dei cattivi, sono spietati non tanto per spirito di vendetta ma perché sono tali di indole. Clint non si pente del suo passato di assassino, anzi alla fine lo rivendica senza sensi di colpa. Ha provato a vivere in modo diverso, ma alla prima occasione si è arreso alla sua natura malvagia, [...] Vai alla recensione »
Un gruppo di prostitute decide di offrire una lauta ricompensa a chiunque uccida i due uomini responsabili di aver sfigurato una di loro. I pochi che si faranno avanti dovranno fare i conti con l'implacabile sceriffo della città. Un ex bandito, parzialmente redento dalla moglie ora scomparsa, decide di mettersi a caccia del denaro. C'è poco da fare; mettere Eastwood insieme a [...] Vai alla recensione »
Il salto di qualità di Clint Eastwood anche nel genere western, con il risultato di conquistare 4 Oscar, tanto più meritati in quanto "Gli spietati"si basa su una storia banale: un gruppo di prostitute dell'immaginaria cittadina di Big Whiskey asssolda un vendicatore per punire lo sfregio fatto ad una loro compagna, il cui viso è irrimediabilmente [...] Vai alla recensione »
America del west 1878. William Munny (Clint Eastwood) ha riposto il fucile e si è ritirato. La moglie che l'ha fatto diventare una persona normale è morta, lasciandolo solo con i Suoi due figlioletti. Si presenta alla fattoria il giovane pistolero Scholfield Kid (Jaimz Woolvett), che chiede a Munny di diventare Suo socio, raccontando che a Big Wiskey nel Wyoming,una prostituta [...] Vai alla recensione »
Lo stile di Eastwood è definito e inimitabile. È un creatore di atmosfere tristi, malinconiche, di un mondo senza colori, violento, duro, senza idealizzazioni che diano bellezza alla vita di un uomo. Per William Munny i sentimenti, la propria indole sono come un mostro spaventoso da cui non riesce a divincolarsi, una bestia che dorme e attende solo il momento giusto per aggredire, uccidere.
Il sedicesimo film di Clint Eastwood come regista è uno straordinario noir che priva il western di ogni suo tema o fascino: non c'è più nè coraggio, nè erosimo, nè morale; i protagonisti sono invecchiati ed hanno perso l'abilità di un tempo, perseguitati da un passato fonte di ossessione e disperazione. Clint Eastwood traccia il ritratto di un mondo decadente in cui si sono persi principi morali e [...] Vai alla recensione »
Wllliam Munny (Clint Eastowood)e Ned Logan (Morgan Freeman),due pistoleri in pensione riprendono in mano le armi, stimolati dalla taglia di due allevatori di bestiame che hanno sfregiato una prostituta, e dalla ricompensa, 1000 dollari.William e Ned, accompagnati da un ansioso ragazzo pronto ad uccidere, gireranno tutte le praterie, del Missouri per trovarli, ma li ostecolerà lo sceriffo di Big Whisky [...] Vai alla recensione »
Sarà che parto prevenuto perchè Eastwood è un regista che non amo particolarmente o perchè detesto il genere Western ma, devo proprio dirlo, questo film non mi dice proprio nulla...è il solito titolo anni '90 da oscar al miglior film che racconta la solita storiella retorica e romanzata con un paio di buoni interpreti e la solita tradizionalità a palate [...] Vai alla recensione »
4 Oscar nell'edizione 1993 e terzo film western a vincere il premio più ambito nella storia del cinema non riescono a convincere il sottoscritto sulla bellezza della pellicola in questione e parliamo di un genere che amo. Clint Eastwood, a causa della figura che si era creato con questo genere più precisamente con la trilogia del dollaro e quindi con la figura del grande Leone [...] Vai alla recensione »
Un capolavoro che visita tutta l'incompletezza dell'uomo: c'è vigliaccheria e coraggio nell'uccidere; c'è amore e disperazione nel ricordare; ma sopra a tutto non c'è gioia nel portare all'estrema conseguenza l'odio. Gli eroi della prateria non sono più veri uomini ma solo miseri uomini, tutti hanno le loro macchie ed il dolore dentro. Gli eroi probabilmente non sono mai esistiti perché nella [...] Vai alla recensione »
un altro capolavoro per il finalmente premio oscar Clint Eastwood,un western di ben altri tempi si vede l'esperienza conferitagli da un certo Sergio Leone nello crepuscolare trilogia del dollaro. Freeman,Hackman vincitore dell'oscar sono bravissimi assieme a Eastwood ad portare questa bellissima storia sullo schermo in forse l'ultimo western degno di nota.
Questa recensione mi mancava.Non mi aspettavo il vostro primario giudizio cosi'stroncante.Qui e'nato il potente regista a totale,solitaria timbratura Eastwood.Seguiranno"Million dollar baby"Mistic River"Gran Torino"tutti impostati sul politicamente scorretto.Di destra con i Callaghan,di sinistra negli ultimi decenni.
EASTWOOD MAESTOSO!! RAGAZZI CHE FILM! SOLO UN MAESTRO PUO’ GIRARE UN FILM NEL FILM. DI FRONTE AD UN WESTERN SPIETATO ED ASSOLUTAMENTE IMPERDIBILE, SI PONE UNA STORIA D’ AMORE FANTASTICA, FATTA DI FEDELTA’, LEALTA’ E RISPETTO. UN CRUDELE FUORILEGGE O UN UOMO STRAORDINARIO, DOLCE E SENSIBILE?? SOLO UNO COME CLINT EASTWOOD PUO’ CONIUGARE E COMBINARE ASSIEME LE DUE COSE.
Un gruppo di prostitute danno una compensa per uccidere due ragazzi che hanno sfreggiati una di loro. Un ex bandito insieme a due compagni bisognosi di denaro si metteno alla ricerca. Dovranno fare i conti con un intransigente sceriffo dai metodi violenti. Oltre la grande spettacolarità delle immagini si affronta il tema della violenza in maniera ambigua.
Un ruvido eastwood mette da parte i buonismi e liberatosi dall'etichetta di sergio leone e gli spaghetti western piazza un'altra pietra miliare nella storia del cinema e nella carriera, il confronto è stato ai massimi livelli, carpisce così a pistolettate l'ennesimo e meritato premio oascar, contro ladri e rubagalline, mitico.
MOLTO IMPREVEDIBILE, QUEL TIUTOLO SORNOINE CHE LASCIA TRASPARIRE TUTT'ALTRO. EASTWOOD GENIALE, COMMOVENTE E SUBLIME NEL PRENDERE IN GIRO I DURI. GRANDE.
A dispetto della demente recensione affibbiatagli (probabilmente da Farinotti) su Mymovies, "Gli spietati" è un punto d'arrivo non solo della carriera di Eastwood ma più in generale del western cinematografico. E non si può dire sia comparso come fulmine a ciel sereno: "Lo straniero senza nome", "Il texano dagli occhi di ghiaccio" e in particolare [...] Vai alla recensione »
Un capolavoro che visita tutta l'incompetezza dell'uomo: c'è vigliaccheria e coraggio nell'uccidere; c'è amore e disperazione nel ricordare; ma sopra a tutto non c'è gioia nel portare all'estrema conseguenza l'odio.Gli eroi della prateria non sono più veri uomini ma solo un mito, tutti hanno le loro macchie [...] Vai alla recensione »
Quest è un grandissimo film il quale Clint è stato capace di renderelo epico ed uno dei migliori dopo quegli di Leone
Si cimenta col western da regista dopo averne interpretati alcuni. E il buon eastwood fa di nuovo centro, sfruttanto appunto i suoi trascorsi. E fa centro sia come regia che come interpretazione, ottimamente spalleggiato da due grandi come Freeman e Hackman. Comunque è un western di quelli come non se ne vedono più, perchè se ne fanno sempre meno e perchè chi li fa non è [...] Vai alla recensione »
Un cowboy picchia e sfreggia una prostituta che lo aveva deriso, caccia al codardo e al suo amico, premio in denaro...La storia parte in maniera realistica, forse troppo ostentata e via via diventa un'avventura di vendetta sui cattivi fatta da ex cattivi un pò malandati, Eastwood fa prima di tutto per apparire debole e perdente ma alla fine trova nel whisky l'effetto scatenante del riscatto [...] Vai alla recensione »
Contrariamente a quanto possa sembrare il film di Eastwood non appartiene alla corrente realistica: è un film delirante e ripete, in modo più maturo, il tema del precedente Il Cavaliere Pallido, in cui non è chiaro se il protagonista sia un essere umano. Ne Gli Spietati il protagonista si rivela infine un démone che in una notte di tregenda emerge per trascinare con sé all'inferno Gene Hackamn & soci. [...] Vai alla recensione »
Bello. Bello e bello. In ogni inquadratura. Adoro Clint in ogni sua forma! . . . . . . 9 novembre 2014
Ho visto questo film recentemente su consiglio di un amico. Non sono appassionato di western, eppure questo me lo sono gustato dall'inizio alla fine! Storia interessante, ritmo alto e attori impeccabili. La scena finale da incorniciare!
Ciao. Come da titolo... rivisto... per l'ennesima volta con grande piacere. Non l'avevo precedentemente votato ma non posso esprimere un giudizio a 5 stelle, anche se sarei davvero tentato di farlo, per il semplice fatto che lo stesso Eastwood ammise che il film era anche un omaggio a maestri d'arte del genere e gli influssi, i richiami e gli omaggi a pellicole già viste [...] Vai alla recensione »
Forse non tutti sostengono che questo sia un ottimo film, del resto posso capirlo in quanto non tutti sono amanti di questo tipo di film (molto rudi e crudi) ma per chi apprezza il genere western e i film il cui protagonista sia un vero duro questo film rappresente un autentico capolavoro! Merito degli interpreti tra i quali spicca un superbo Clint Eastwood, ma anche del maestro Sergio Leone, [...] Vai alla recensione »
Western alla Eastwood..tutto tecnicamente perfetto,la storia regge,con finale degno dei vecchi spaghetti western. Hackman e Freeman come al solito ottimi nello loro interpretazioni.Però con questo titolo..GLI SPIETATI..mi attendevo quel qualcosa in più che gli è mancato..se questi sono spietati e allora gli amici della trilogia del dollaro cosa sono..
Il mito del Far West è morto: lunga vita al mito. Potrebbe essere una buona presentazione per Gli spietati di Clint Eastwood, il capolavoro della maturità del vecchio pistolero mitizzato da Sergio Leone e Don Siegel (ai quali il film è dedicato) ed allo stesso tempo l’intensa e crepuscolare riattualizzazione di un genere che sembrava ormai aver detto e categorizzato tutto.
«È così che andava, ai vecchi tempi?», chiede Kid a Will Munny. Insieme, hanno ucciso. Da una parte all'altra del West, il ragazzo ha inseguito un mito, un sogno: fare come ai vecchi tempi. Ora è al suo primo morto, ma è vinto dal rimorso. Qual è il tempo del mito? Il mito non ha tempo, ma è sempre perduto nei "vecchi tempi". Il mito, infatti, fonda il tempo, la dimensione prosaica e morale in cui [...] Vai alla recensione »
Caro vecchio West: paesaggi sconfinati, eroi senza macchia e senza paura, amicizia virile, grandi Valori. Almeno così ce lo siamo immaginati nella nostra infanzia, via John Ford e, perché no?, Tex Willer. Ma da molti anni il cinema ha cambiato rotta e il "lontano Ovest" è diventato un posto come un altro, forse anche più schifoso, con tanto fango, sudore e poco eroica polvere da sparo.
Si racconta che una volta chiesero a Michelangelo, intento a scegliere un blocco di marmo da una cava, che cosa gli facesse decidere per quel particolare blocco, che cosa ci vedesse; e che lui rispose laconicamente: “Mosè”. La storia piaceva molto, pare, a Sergio Leone che, per spiegare la differenza tra i due suoi attori prediletti, Bob De Niro e Clint Eastwood, quando gli fu chiesto che cosa vedesse [...] Vai alla recensione »